Marino Fioramonti |
Un’intuizione dettata dalla fervida fantasia di Antonio Marchello che si è evoluta in un progetto completo e cioè, quello di inserire in un libro il suo percorso nel corso quale ha conosciuto e incontrato centinaia di persone a partire dagli allievi fino ai partecipanti agli eventi enogastronomici |
![]() Edito da Testa Editore, “Anforchettabol” non è un libro di ricette ma di interviste-confessioni che narrano attraverso un piatto la storia e le emozioni di uno chef. Come dimostrato dalla grande affluenza di pubblico e giornalisti alla presentazione che hanno, al termine, brindato con il Maestrale 2011 Novello della fattoria Mantellassi.
Rientrato in Italia, Marchello prende le redini di “Le Saint Emillion”, locale nel centralissimo e modaiolo quadrilatero romano di Torino, nel 2004 segnalato da diverse pubblicazioni specializzate, tra cui la “Guida Oro” di Veronelli e Massobrio. Ma nell’aria è di nuovo tempo di cambiamenti: Antonio Marchello ha in testa nuovi modi di interpretare ed intendere l’affascinante mondo della ristorazione. Comincia così a collaborare come stylist e giornalista, ma al tempo stesso organizza e cura in ogni dettaglio cene private ed eventi come Personal Chef in Italia e all’estero, sperimenta metodi di formazione per privati e soprattutto per aziende ideando, progettando e gestendo sessioni di cooking team building, cooking team working ed altri innovativi processi educativi. Nel 2010, Antonio Marchello inizia una nuova avventura, dove fa confluire tutta l’esperienza, la professionalità, l’energia e la continua ricerca che da sempre sono alla base stessa della sua esistenza: sta nascendo Qbtobe. Il suo è un particolare laboratorio sensoriale ed emozionale, dove l’uso dei cinque sensi viene esaltato e applicato in modo del tutto naturale. Nei laboratori di QBTOBE, la sperimentazione può seguire modalità differenti: lezioni di cucina, corsi di cooking team building, degustazioni eno-gastronomiche, percorsi sensoriali. Ma per scelta, QBTOBE mette sempre al centro l’individuo: ne rispetta la diversità, ne riconosce le peculiarità e valorizza l’unicità della sua storia. Perché ognuno di noi è un esemplare unico, dalla tavola in poi. |